sabato 17 novembre 2012

Lola Shoneyin, Prudenti come serpenti

Prudenti come serpenti di Lola ShoneyinGli africani presenti a Festival Letteratura di Mantova 2012 erano soltanto due: un keniota, Ngugi Wa Thiong, e la nigeriana Lola Shoneyin, nata a Ibadan nel 1974. Poetessa, autrice di racconti , ha pubblicato nel 2012 il suo primo romanzo, Prudenti come serpenti. Questo il titolo per l’edizione italiana, pubblicata da 66TH AND 2ND, una piccola casa editrice romana, che nel nome ricorda l’incrocio tra la Sessantaseiesima Strada e la Seconda Avenue a New York, una strada e un luogo di passaggio, un indirizzo e una casa, dove saranno accolti tutti coloro che vorranno abitare un nuovo progetto editoriale. Piacevole anche la copertina che, con scritte tipo fumetto e disegni, sintetizza efficacemente il libro.


Il titolo originale, più esplicito rispetto a quello italiano, è The Secret lives of Baba Segi’s Wives: inglese è la lingua di scrittura di Lola, che ha frequentato scuole nel Regno Unito e che, ritornata in patria ad Abuja, .insegna inglese e teatro. Vive tra Londra e Abuya ed è sposata con il figlio di Wole Soyinka, premio Nobel per la Letteratura. Lola si ritiene una femminista, pronta a dare un contributo, perché le donne africane abbiano più opportunità; per questo il tema centrale di questo primo romanzo è la poligamia, che è ancora molto diffusa in Nigeria. Il 33% delle donne nigeriane, infatti, vive con un marito poligamo. A causa della povertà le donne, per lo più musulmane poco istruite, accettano la poligamia, ma più per fattori culturali che religiosi. Alcune, come nel caso della protagonista di questo romanzo,  possono anche essere laureate, ma anche per loro è difficile essere accettate in una società in cui conta solo il matrimonio e l’avere figli.

Nel romanzo il poligamo è Baba Segi, imprenditore edile di mezza età, “un orango sovrappeso”, ricco, che sposa Bolanle: bella, più giovane di venti anni e laureata, mentre le altre tre mogli sono quasi analfabete. Passati due anni Bolanle non ha ancora dato un figlio a Baba Segi. Stregoni e ciarlatani dovrebbero risolvere il problema, ma poi il marito si lascia convincere a ricorrere alla medicina ufficiale. Il titolo inglese era più idoneo a sintetizzare un mondo femminile che il capofamiglia crede di controllare, ma che in realtà è molto diverso; il titolo italiano Prudenti come serpenti, invece, è un’espressione usata una sola volta dalla terza moglie:

Quando ci ritroveremo davanti a Dio nell’ultimo giorno ci chiederà se siamo andati all’università?No! ma vorrà sapere se siamo stati prudenti come serpenti, perché è così che la Bibbia ci chiede di essere. 

E’ Bolanle, accolta con freddezza dalle altre mogli, a creare scompiglio, a innescare gelosie, invidia e alla fine a far venire alla luce scomodi e inconfessabili segreti, mandando in frantumi un equilibrio instabile fatto di bugie ed egoismi. Non è Bolanle ad essere sterile, ma Baba Segi, nonostante i sette figli avuti dalle prime tre mogli. Il romanzo, una commedia tragicomica, si articola in ventotto capitoli, in cui si alternano le voci narranti o un narratore onnisciente; attraverso di loro conosciamo l’evolversi della storia nel presente, ma anche l’infanzia e il passato delle quattro mogli, vite difficili da cui prendere le distanze. Sono storie tristi, di povertà o violenza, di infanzie senza genitori e di duro lavoro o di padri ubriaconi e assenti, o di gioventù spezzate da uno stupro o da un aborto Ogni storia potrebbe essere un romanzo a sé. Anche per Bolanle il matrimonio con Baba Segi è preferibile alla permanenza nella casa della madre:

Quella sensazione di sporco che mi perseguitava. Se fossi rimasta a casa, so che sarebbe arrivato il giorno in cui mamma avrebbe aperto la porta di camera mia e mi avrebbe trovato i polsi immersi in una pozza di sangue

Il matrimonio, nonostante i rischi corsi, sarà l'occasione di fare i conti con il passato, con la sua famiglia, con la sua coscienza, perdonare e perdonarsi: "Quando parleranno di me, si consoleranno a vicenda ricordandomi come l'estranea presuntuosa, quella che non era tagliata per essere una moglie Alao. Io le ricorderò come recluse, perché ciò che davvero ci distingue è che io ho ritrovato la mia strada nella vita, mentre loro non stanno andando da nessuna parte". 

Il romanzo ricorda il film Lanterne rosse di Zhāng Yìmóu, dove ci sono tre mogli gelose di una quarta, che tentano di togliere di mezzo. Il romanzo di Lola si caratterizza per essere soprattutto nella prima parte ironico, divertente, mentre nella seconda diventa più drammatico per la morte di una delle figlie di Baba Segi, causata involontariamente proprio dal desiderio di eliminare Bolanle. I figli bambini non sono solo una prova di virilità per Baba Segi, ma diventano figure vive da amare: si può essere il padre, anche se non naturale. La dolente storia, invece di scadere nella facile comicità dell’uomo cornuto, o in un ripudio per l’inganno e il tradimento subito, si conclude positivamente, perché, invece di una rottura, vi è una conciliazione finale dei personaggi e una valorizzazione del vero significato dell’essere padre e madre e degli affetti familiari. In fondo queste donne sono affezionate al loro marito-padrone e comunque per loro...
non ci sono alternative. Solo Bolanle istruita, è libera di scegliere il suo futuro: ha superato il disagio che le aveva fatto scegliere come soluzione quel matrimonio poligamo e può andarsene dalla casa di Baba Segi. Queste le ultime parole del romanzo:

Non pensate che non veda le sfide che mi attendono. La gente dirà che sono una donna di seconda mano. Gli uomini mi feriranno e schermiranno, ma non mi fermeranno. Rimarrò nella terra dei vivi. Sono tornata e il mondo si schiude davanti ai miei occhi come un uovo aperto a metà. 

 La storia è opera di fantasia per quanto riguarda personaggi, vicende e dialoghi, ma l’autrice in un’intervista ha dichiarato che una storia simile le è stata raccontata da una ginecologa. Anche una nonna di Lola era vissuta come prima moglie di un marito poligamo e da lei aveva appreso molti particolari su questa tremenda esperienza. Il romanzo è un racconto corale, polifonico, comico e drammatico insieme, sulla condizione della donna in Nigeria o generalmente in Africa. 

Nonostante che il romanzo sia un’opera prima, Shoneyin sa ben caratterizzare i personaggi, intrecciare le loro storie, delineare la società contemporanea africana, arricchendolo con particolari della vita quotidiana ed anche con riferimenti alla tradizione culinaria della Nigeria. Lola scrive in inglese, pur tenendo molto alla sua identità africana, perché questa lingua le permette una più ampia comunicazione, tenuto conto del grande numero di dialetti usati in Africa: solo in Nigeria sono quasi trecento. 

Lola Shoneyin, Prudenti come serpenti, Roma 66Th A2ND, 2012, pag.252

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