Da brava abitante dell'entroterra, ho poca dimestichezza con il mare, che non mi attrae nemmeno nella sua versione estivo-balneare. Per questo motivo, mesi fa passando davanti, in libreria, a questa raccolta di scritti di Arturo Pérez-Reverte, avevo tirato di lungo, senza troppe curiosità. Ritrovando in seguito il libro nella Biblioteca della mia città, mi sono invece lasciata lasciata prendere dalla forza evocativa del titolo, Le barche si perdono a terra (Tropea, Milano 2012), e dalle promesse che il nome dell'autore suggeriva. E questa improvvisa intuizione si è rivelata giusta.
Arturo Pérez-Reverte, per chi non lo conoscesse, è giornalista, autore di romanzi storici e di avventure tradotti in tutto il mondo (ricordiamo soprattutto il ciclo del Capitano Alatriste) e marinaio. Dal 2003 è membro della Real Academia Española de la Lingua. Le diverse esperienze della sua vita si ritrovano in questo libro, che raccoglie scritti in parte inediti, in parte pubblicati su XL Semanal, nella rubrica "Patente di corsa".