Nel 2011 la casa editrice Perrone ha pubblicato Mio padre fa la donna delle pulizie (uscito in Francia nel 2009), di Saphia Azzeddine. L'autrice, nata in Marocco e emigrata in Francia all'età di nove anni, si era già fatta conoscere nel 2008 con Confidences à Allah, romanzo non ancora tradotto in Italia, che ottenne un immediato successo.
Pur essendo di origini magrebine, Saphia Azzeddine non rientra nel cliché tipico del giovane scrittore di banlieue, che racconta con rabbia la propria miserabile vita all'ombra dei mostruosi palazzoni di cemento che oscurano il cielo delle cités, le vaste e desolate aree urbane sparse intorno alle grandi città francesi. Al contrario, Saphia non ha mai vissuto nelle banlieues e non ha mai conosciuto la miseria e l'emarginazione di tanti giovani figli di immigrati.
In Mio padre fa la donna delle pulizie però, la scrittrice sceglie come protagonista proprio un banlieusard, un adolescente che vive in uno squallido casermone, dove l'ascensore è sempre guasto e le scale puzzano di immondizia. Polo, questo il nome del ragazzo, è però un bianco, come dice lui stesso, non un arabo, ma il suo orizzonte e le sue prospettive sono le stesse di tanti giovani figli di immigrati.