"Il più struggente e anche il più istruttivo elogio del libro arriva dalle
carceri brasiliane. È un elogio che ci riguarda: perfeziona l'equivalenza
universale tra i libri e la libertà. Perché tra i dannati di laggiù si è
appena accesa la luce di «una alternativa alla pena» che i legislatori
brasiliani hanno intitolato alla «redenzione dei reclusi». È un esperimento
varato in quattro carceri, grazie a una legge appena approvata.
Dice che
ogni detenuto potrà leggere un libro al mese - di letteratura, filosofia o
scienza - farne una relazione scritta «con proprietà di linguaggio e
accuratezza, dimostrando di averne compreso il valore e il senso» e
ottenere in cambio «quattro giorni di sconto pena». Non più di un libro al
mese, per ora. Dodici libri all'anno, l'equivalente di 48 giorni di libertà
in più.
L'idea è così azzeccata, così pertinente, che poteva venire in mente solo a
chi ha conosciuto la geometrica afflizione del carcere, il rumore delle
serrature, i fantasmi della solitudine. E infatti è stata Dilma Rousseff a
idearla. Che molto prima di diventare l'attuale presidente del Brasile è
stata incarcerata per tre anni, dal 1970 al 1972. Era la cupa stagione dei
generali. Dilma, studentessa di famiglia borghese, era entrata nella
guerriglia, era stata arrestata a San Paolo con un'arma addosso, aveva
subito ventidue giorni di tortura.
Da allora non ha mai dimenticato quanti
abissi contengano quelle mura. Quanto buio. E quali piccole vie d'uscita
possano trasformare i reclusi in «persone migliori».
Il libro è una di quelle vie d'uscita. Perché apre mondi immaginari.
Racconta vite vere. Insegna che il destino è multiplo, la malasorte
ondivaga, l'odio può essere guarito, la poesia può svelare significati
inattesi alla semplice nostalgia di un tramonto, l'amore può cambiarci in
una sola sera, e anche la libertà è sempre possibile, ma mai chiudendo gli
occhi. «Chiunque di loro avrà una visione più larga del mondo» hanno detto
al ministero della Giustizia brasiliano, varando questa legge che punta
tanto sui libri, quanto sui detenuti.
Del resto, i vecchi regolamenti del carcere afflittivo, così come le
ideologie totalitarie, hanno sempre ostacolato l'ossigeno dei libri.
Dittature militari e religiose si sono esercitate a compilare per secoli
l'elenco dei proscritti. A organizzarne i roghi: la Chiesa cattolica per
quattro secoli, dal Concilio di Trento al Vaticano II, il fondamentalismo
islamico anche oggi con la sua sequenza di fatwa e di persecuzioni.
Gli imperi coloniali li proibivano per impedire agli schiavi di diventare
uomini. I nazisti perché confutavano il loro desiderio di incendiare il
mondo. Stalin perché non riuscivano a spegnere la sua paranoia. Pinochet
perché odiava l'ironia del Don Chisciotte.
Le artiglierie serbe di Radovan
Karadzic perché volevano cancellare non solo le case di Sarajevo, ma anche
la memoria, cannoneggiando per tre giorni e tre notti la Biblioteca, fino a
ridurla un mucchio di cenere più nera dell'inchiostro andato in fumo.
Anche la detenzione, in quegli universi totalitari è sempre stata un
corrispettivo di quell'odio. Dove gli uomini, se detenuti, diventano libri
di memorie inascoltabili. Da sorvegliare e punire. A conferma della
profezia di Heinrich Heine: «Dove si bruciano i libri, prima o poi si
bruciano anche gli uomini».
Eppure non c'è storia di carcere, dai taccuini di Casanova, alla rabbia di
Ed Bunker, passando per la visionarietà di Manuel Puig, dove non si
intraveda lo spiraglio di una pagina scritta che fa correre un po' d'aria
interrompendo l'apnea della detenzione. Tutti i libri del mondo - e anche
uno solo - sono un riscatto dalla punizione. O almeno un suo incantesimo.
Basta ascoltare, nelle biblioteche allestite dentro le carceri italiane -
153 su 206 istituti di pena - quel silenzio speciale che si respira nelle
ore di lettura.
Quando persino le vite accatastate dei 68 mila detenuti
diventa un rumore di fondo sopportabile.
La «redenzione attraverso la lettura» avviene già. Sarebbe una
straordinaria novità - come in Brasile - se anche da noi esistesse per
legge quel piccolo convertitore che calcola i libri in libertà sonante, al
cambio attuale della vita."
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