Un nome difficilissimo per il secondo scrittore africano dopo Lola Shoneyin, presente a Festivaletteratura di Mantova 2012. Tra l’altro un nome adottato in seconda battuta: nato, infatti, nel 1938 in Kenya nel distretto di Kiambu, in una zona popolata dall’etnia gikuiu, era stato battezzato James Ngugi.
Frequentata la scuola missionaria, una scuola coloniale creata da missionari italiani, la Loreto School, diventato un cristiano devoto, ha in seguito rifiutato la fede cristiana e il suo nome coloniale, diventando nel 1969 Ngugi Wa Thiongo, che è un nome gikuiu. Anche la lingua inglese, appresa in Kenia e potenziata in Inghilterra, frequentando la Leeds University, oggi è in parte rifiutata a vantaggio del gikuyu e del swaili, lingue native del suo popolo. Questo cambiamento è avvenuto soprattutto, quando nei suoi scritti ha sentito il bisogno di contenuti politici non in linea con chi deteneva il potere in Kenya. Per questo ha conosciuto anche il carcere duro, dove ha scritto il suo primo romanzo in gikuiu, su rotoli di carta igienica.
Il carcere negli anni 70 se lo era guadagnato, per aver messo in scena una pièce teatrale contro il governo in carica, ma la colpa maggiore era l’aver scelto come lingua la sua lingua madre, il gikuiu, comprensibile ad un pubblico più vasto rispetto all’inglese, lingua ufficiale. E’ del 1986 il saggio Decolonizzare la mente: la politica della lingua nella letteratura africana, in cui sostiene l’importanza delle lingue africane in letteratura, rendendosi conto delle drammatiche conseguenze di questa frattura linguistica. Nel 1988 scelse per sé e la sua famiglia l’esilio negli Stati Uniti, dove insegna letteratura comparata in alcune importanti università americane. Le due opere più famose, pubblicate in Italia da Jaca Book, sono Un chicco di grano e Petali di sangue, in cui si parla di lotte per l’indipendenza, con particolare riferimento alla rivolta dei Mau Mau e, dopo l’indipendenza, a Jomo Keniatta.
Il carcere negli anni 70 se lo era guadagnato, per aver messo in scena una pièce teatrale contro il governo in carica, ma la colpa maggiore era l’aver scelto come lingua la sua lingua madre, il gikuiu, comprensibile ad un pubblico più vasto rispetto all’inglese, lingua ufficiale. E’ del 1986 il saggio Decolonizzare la mente: la politica della lingua nella letteratura africana, in cui sostiene l’importanza delle lingue africane in letteratura, rendendosi conto delle drammatiche conseguenze di questa frattura linguistica. Nel 1988 scelse per sé e la sua famiglia l’esilio negli Stati Uniti, dove insegna letteratura comparata in alcune importanti università americane. Le due opere più famose, pubblicate in Italia da Jaca Book, sono Un chicco di grano e Petali di sangue, in cui si parla di lotte per l’indipendenza, con particolare riferimento alla rivolta dei Mau Mau e, dopo l’indipendenza, a Jomo Keniatta.