Uscito in Italia nel 2012 presso Bollati Boringhieri, L'acqua più dolce del mondo [ma quanto piatto e fuorviante il titolo italiano, in confronto con l'originale e ben più suggestivo The Wandering Falcon (Il falcone errante)], è il libro di esordio di Jamil Ahmad, nato nel 1933 a Jalandahar, nel Punjab. Sì, la data di nascita è proprio quella che ho scritto, l'autore insomma ha oggi 80 anni, età davvero insolita per un esordiente. In realtà il manoscritto del romanzo è rimasto sepolto per più di trent'anni in un baule, a estrarlo dal quale non è stato l'autore, ma uno dei fratelli minori che, con la complicità della moglie di Jamil, inviò il testo a un concorso letterario indetto in Pakistan. I giudici del premio, riconoscendo la qualità del testo di Ahmad, lo proposero a Penguin India per la pubblicazione, avvenuta nel 2011, quando l'autore aveva quindi 78 anni.
È difficile dire se ci troviamo di fronte a un romanzo o a una raccolta di racconti: la narrazione infatti procede per capitoli staccati, con salti temporali e spaziali, con l'introduzione di personaggi nuovi senza apparente legame con quelli conosciuti in precedenza. In realtà il fil rouge c'è ed è costituito dal personaggio di Tor Baz, che compare in tutti gli episodi narrati, curiosamente senza mai esserne il protagonista.