Il fenomeno del land grabbing forse non dice ancora molto al grande pubblico, ma è un tema di attualità per molti Paesi del mondo, soprattutto in Africa e in America Latina.
L'"accaparramento di terre” consiste nell’affitto o acquisto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane da parte di Paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud – che dispongono di consistenti risorse economiche, ma di spazi coltivabili largamente inadeguati al fabbisogno alimentare delle loro popolazioni – e di grandi multinazionali dell’agrobusiness – che hanno sempre più fame di terra destinate a piantagioni per la produzione di biocarburanti.
Anche numerose società finanziarie si sono lanciate in questa corsa, attratte dai ricavi che la terra sembra promettere nel breve e nel medio periodo.
Stefano Liberti, giornalista redazioni esteri del Manifesto e autore del reportage A Sud di Lampedusa, esplora i diversi aspetti di questa questione, spaziando dall’Etiopia all’Amazzonia, passando per la borsa di Chicago, in un libro pubblicato da Minimum Fax.
Stefano Liberti, Landgrabbing, Minimum Fax
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