La biblioteca sul cammello è un romanzo di Masha Hamilton, una giornalista e scrittrice americana, corrispondente dal Medio Oriente, dall’Afghanistan, da Mosca, scritto dopo avere trascorso diversi mesi in Africa, per partecipare alle iniziative del Kenya National Library Service.
Esiste da dieci anni un progetto per diffondere la lettura tra i popoli nomadi: per combattere l’analfabetismo i libri viaggiano di villaggio in villaggio, fino agli insediamenti più piccoli.
E così anche la protagonista del romanzo, Fiona Sweeney, bibliotecaria a New York, nel 2003 si trasferisce in Kenya, per partecipare ad un progetto che prevede, per questo vasto e arido territorio dell’Africa nord-occidentale, di fornire servizi bibliotecari alle comunità rurali più lontane, in zone non raggiungibili con veicoli, utilizzando i cammelli per il trasporto dei libri.
Nairobi e Garissa sono le grandi città, “le città lontane” del Kenya, ma il villaggio in cui è ambientata la vicenda è Mididima, a tre ore e mezzo da Garissa, fatto di case costruite con sterco e ramoscelli e abitato da una minuscola tribù nomade di non più di 175 abitanti, abituata da secoli a spostarsi nel deserto, per sfuggire la siccità o altri flagelli: