Esulando dalle tematiche da noi finora esplorate, legate, secondo quanto espresso dal nome del nostro gruppo, agli intrecci della nostra con altre culture nel mondo, vorrei segnalare un libro e un'iniziativa di grande importanza e che ci spinge a guardare con speranza al futuro del nostro paese, nella piena consapevolezza che si può entrare in relazione con l'altro solo e in quanto si è in contatto con se stessi, con le proprie radici, con la terra in cui si è nati.
Ieri sera nella sede del circolo ANSP, presso l'oratorio di Fabbrico (RE), ha avuto luogo una cena benefica a favore della ricostruzione della Biblioteca di Mirandola, gravemente danneggiata nel terremoto dell'anno scorso. L'iniziativa è stata promossa dal comune di Fabbrico, terremotato anch'esso, che ha voluto in questo modo compiere un atto di concreta solidarietà verso un paese amico più sfortunato. Come hanno detto i funzionari di Mirandola che partecipavano alla serata, non è cosa usuale che chi ha avuto danni e problemi, invece di chiedere aiuto per sé, si offra di darne a chi si trova in condizioni peggiori. Un bell'esempio di solidarietà "all'emiliana", fatta cioè da gente che, senza tanti piagnistei, si guarda intorno e va a dare una mano dove c'è più bisogno, con semplicità e con buon senso.
Al termine della cena, alcuni giovani attori hanno letto brani tratti da Alzando da terra il sole. Parole per l'Emilia, scritto da quarantanove esponenti della cultura italiana e pubblicato da Mondadori, i proventi della cui vendita saranno devoluti interamente alla ricostruzione della Biblioteca di Mirandola.
Tra un brano e l'altro sono risuonate le musiche di autori italiani e non, da Woodie Guthrie, a Lucio Dalla, a Francesco Guccini e molti altri: i giovani musicisti, Sofia Merli, Guido Lorenzetti e Tommaso Guerrera, tutti studenti della Facoltà di Lettere dell'Università di Parma, hanno suonato e cantato numerose canzoni, interpretandole con amore e sensibilità anch'essi tutti "emiliani", vale a dire semplici, ma intensi e dritti dal cuore verso il cuore. Bravi davvero, questi ragazzi, attori e musicisti per passione, ma anche pieni di talento e tecnicamente preparati.
Una serata, insomma, sorprendentemente ricca e piena di commozione: senza retorica, ma con profonda partecipazione, tutti abbiamo sentito l'amore per le nostre terre ferite e la voglia di dare una mano per andare avanti e ricominciare.
Vorrei terminare con un breve brano che conclude uno dei racconti letti, Le donne emiliane, di Annalena Benini:
C'è stato un lungo momento in cui sembrava che non sarebbe finita mai, e le mani tremavano da sole. Loro, le donne emiliane, hanno semplicemente deciso che era ora di ricominciare. Voltare pagina. Dire alla terra: adesso basta. Rimettere i fiori nei vasi. Rifare i letti ai piani di sopra. Guardare uno di quei tramonti rossi di pianura che sembrano non finire mai. Riprendersi quell'aria svaporata e fiera che hanno le emiliane d'estate. (p.35).
Ecco, in queste parole, tutto il cuore emiliano. Il nostro cuore.
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