venerdì 13 gennaio 2012

Un sans-papier nel paese dei Diritti dell'uomo

Brahim au pays des droits de l'hommeNel 2011 è uscito in Francia Brahim au pays des Droits de l'homme di Brahim Charifi, ed. Desclee' de Brouwer, Parigi.

L'autore, uno dei tanti sans-papier arrivati in Francia con la speranza di una vita migliore, racconta le sue vicissitudini, il passaggio da un lavoro sottopagato a un altro, gli inganni subiti dagli stessi connazionali marocchini, la diffidenza e gli invincibili pregiudizi dei francesi, la minaccia costante di essere rimpatriati da un momento all'altro ... in una parola tutte le esperienze comuni ai clandestini di tutti i paesi del mondo.

Sono due gli aspetti che distinguono questo libro dai numerosi altri pubblicati in Francia negli ultimi anni da parte di autori di origine magrebina. Da un lato il linguaggio: il racconto infatti si snoda in brevi capitoli scritti in un francese lieve e limpido, senza le difficolta' e le durezze del verlan, il gergo delle banlieus, usato da tanti giovani figli di immigrati per raccontarci la loro rabbia, l'emarginazione, i soprusi.

Il secondo elemento che caratterizza il testo di Charifi è l'umorismo che pervade la narrazione. Con arguzia e pacatezza, infatti, Brahim sorride prima di tutto di se stesso e della propria ingenuità, mostra senza timidezza la sua inesperienza di fronte alle novità di un mondo che non conosce (la sua goffaggine come cuoco, per esempio, che lo porta a far letteralmente "esplodere" delle uova di lompo comprate per festeggiare un nuovo lavoro e poi inopportunamente buttate in una padella, da cui schizzano fino al soffitto), la sua buona volontà e la sua mitezza, che inducono talvolta "amici" senza scrupoli ad approfittare della sua pazienza, il suo sincero rispetto per la sua fidanzata francese, atteggiamento che non basta a conquistare la famiglia di lei, che vede in Brahim solo lo stereotipo del musulmano maschilista ("" Lui non divide i lavori domestici a metà"[ dice la madre della ragazza] - effettivamente faccio spesso molto più della meta' [risponde Brahim]", p. 140, traduz. mia).

Ma ciò' su cui soprattutto si esercita l'ironica riflessione dell'autore-narratore è il fatto che la Francia è il paese che ha donato al mondo la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo: come potrebbe mai una nazione che vanta questo impareggiabile merito esercitare soprusi e ingiustizie verso coloro che giungono alle sue rive in cerca di aiuto? Eppure proprio Brahim, come moltissimi altri immigrati, subirà l'onta del carcere, delle manette, pur non essendo colpevole di nulla, se non di non avere documenti ("Che cosa ho fatto per trovarmi qui [in prigione]? Non sono un criminale. Non sono un delinquente, né uno stupratore. Ero al mio posto di lavoro...",  p.160, traduz. mia).

Il libro si conclude con una osservazione amara, ma anche con un augurio:

"Ho sognato la Francia, "Terra Santa" dei Diritti dell'uomo [...]. Perché l'articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti del 1948 non è rispettato? Dice semplicemente che ognuno puo' scegliere il proprio luogo di residenza e cambiarlo come crede meglio. Nel 1789, tutti gli stranieri che lo desideravano potevano ottenere la nazionalità francese. Che quei tempi felici possano tornare!" (p 191, traduz. mia).

Brahim Charifi, Brahim au pays de Droits de l'homme, Desclee' de Brouwer, Parigi 2011.

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