L’interprete dei malanni è l’opera prima con cui Jhumpa Lahiri si è aggiudicata nel 2000 il prestigioso Premio Pulitzer. In seguito, nel 2003, ha pubblicato un romanzo L’Omonimo, da cui la regista Mira Nair nel 2007 ha ricavato il film Il destino nel nome / The Namesake. Nel 2008 è ritornata a scrivere racconti con Una nuova terra.
Lahiri è nata a Londra da genitori indiani bengalesi, ma è cresciuta nel Rhode Island. A Boston ha conseguito tre lauree: in inglese, scrittura creativa e letteratura comparata e un dottorato in Studi Rinascimentali, per affrontare i quali pare abbia imparato molto bene la lingua italiana. Un articolo di Repubblica del dicembre 2012 ci informava della sua presenza a Roma per un anno sabbatico ed è proprio lì che sta terminando il suo ultimo romanzo, di cui si conosce già il titolo Lowland, La pianura, un posto di Calcutta che lo ha ispirato.
Nonostante la sua vita errabonda, ciò che caratterizza Jhumpa Lahiri è la sua matrice indiana, anche se non è mai vissuta in India. Forte è il legame con la terra d’origine dei suoi genitori. Lei stessa, che si può considerare un’americana di seconda generazione, ha dichiarato che “crescere non è stato semplice, perché mi sembrava che a crescere, in realtà, fossero due persone, quella legata alla tradizione indiana e quella proiettata nella frenesia americana.” Tutto questo è materia dei suoi romanzi e racconti sin dalla prima raccolta L’interprete dei malanni.