giovedì 18 ottobre 2012

Anche un carcere italiano a prova di lettura

Nella casa circondariale Torre del Gallo di Pavia stanno accadendo grandi cose – scrive Nando dalla Chiesa  in un articolo del Fatto Quotidiano  di domenica 30 settembre 2012. Qui, come in altri istituti animati da buone intenzioni, è passata la parola d’ordine “celle aperte”. I detenuti escono nei corridoi, si incontrano e parlano grazie a un patto non scritto di responsabilizzazione reciproca. Meno limitazioni, più fiducia da parte dell’istituzione, meno presenza incombente di poliziotti penitenziari e in cambio l’impegno a rispettare le regole, né furti né litigi tra etnie. Ciò non avviene in tutte le sezioni. 

Pavia è anche carcere di alta sicurezza, rimesso a nuovo di recente e in attesa del campo di calcetto. Il controllo sui perimetri esterni è sempre rigoroso. Ma dentro si sta cercando di dare un senso nuovo al tempo imprigionato. Una direttrice aperta e coraggiosa, un giovanissimo comandante della polizia penitenziaria, un’educatrice e un’associazione “Vivere con lentezza” hanno promosso un’esperienza di avanguardia: un gruppo di lettura che ha rivoluzionato la biblioteca carceraria, un tempo zeppa di scarti di famiglia o di istituzioni e ora arricchita con i saggi e i romanzi del momento da un volontario esterno e da un bibliotecario, che ne ha fatto un luogo aperto.

sabato 8 settembre 2012

Roddy Doyle, un autore da rileggere

Non solo a NataleIl Corriere della Sera di oggi riporta la notizia che, al Festival della Letteratura di Mantova, lo scrittore irlandese Roddy Doyle terrà domani una lezione dal titolo Il fantasma della bisnonna, nell'ambito di una serie di incontri sulle fiabe.

Di Roddy Doyle ho recentemente letto il breve Non solo a Natale, uscito quest'anno presso Guanda, racconto che sinceramente mi ha deluso un po'. La vicenda di due fratelli di Dublino legati da un inscindibile legame forte come quello di due gemelli omozigoti, eppure divisi da altrettanto tenaci rivalità, che finiranno per corrodere il loro rapporto, riprende il tema della famiglia, tema caro a Doyle, autore capace come pochi altri di analizzare i rapporti tra bambini e adolescenti, dando loro una voce non condiscendente né artificiosa, ma naturale, a volte cruda, ma sempre genuina. La vicenda però non mi ha colpito particolarmente, forse per la brevità del testo, forse perché il racconto mi è sembrato riecheggiare altre pagine dell'autore.

lunedì 3 settembre 2012

La redenzione attraverso la lettura

Riporto da Repubblica questo interessantissimo articolo: quale migliore elogio del valore della lettura? Pino Corrias per "La Repubblica", 15 agosto 2012:   

"Il più struggente e anche il più istruttivo elogio del libro arriva dalle carceri brasiliane. È un elogio che ci riguarda: perfeziona l'equivalenza universale tra i libri e la libertà. Perché tra i dannati di laggiù si è appena accesa la luce di «una alternativa alla pena» che i legislatori brasiliani hanno intitolato alla «redenzione dei reclusi». È un esperimento varato in quattro carceri, grazie a una legge appena approvata. 
Dice che ogni detenuto potrà leggere un libro al mese - di letteratura, filosofia o scienza - farne una relazione scritta «con proprietà di linguaggio e accuratezza, dimostrando di averne compreso il valore e il senso» e ottenere in cambio «quattro giorni di sconto pena». Non più di un libro al mese, per ora. Dodici libri all'anno, l'equivalente di 48 giorni di libertà in più. 

martedì 7 agosto 2012

Julio Llamazares, Luna da lupi

Luna da lupi
Julio Llamazares ha scritto Luna da lupi nel 1985, ma in Italia il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Passigli solo nel 2007. Torno ancora a parlarvi di un autore spagnolo e, più che della guerra civile, di ciò che accadde dopo la sconfitta del fronte repubblicano.

Il romanzo si articola in quattro parti che corrispondono ad anni diversi: 1937, quando la guerra non era ancora terminata; 1939,  a guerra finita, 1943 e 1946, quando taluni pensavano che Franco avrebbe perso il potere. L’autunno del 1937 è il momento in cui crolla il fronte repubblicano delle Asturie e centinaia di fuggiaschi si rifugiano nei boschi solitari della Cordigliera cantabrica, in fuga e in attesa di riprendere la lotta. Molti- come ricorda LLamazares nella premessa- moriranno, mentre una minoranza, tra mille difficoltà, finirà esule in Francia.


Luna da lupi è un romanzo breve (pp. 155) che affronta il tema del maquis attraverso la storia di quattro repubblicani in fuga: Angel, la voce narrante, Gildo, Ramiro e suo fratello Juan, che non ha ancora compiuto diciotto anni.

martedì 31 luglio 2012

Sergio Frusoni, poeta a Capo Verde

Mindelo
Mindelo

Il tema dell'emigrazione italiana nel mondo è un argomento di grande interesse e vastità. Tutti sappiamo deigli imponenti flussi migratori che tra il XIX e XX secolo hanno portato i nostri compatrioti ai quattro angoli del pianeta.

Sergio Frusoni
Una delle mete meno conosciute di tali movimenti è l'arcipelago di Capo Verde.  A partire dagli ultimi anni dell'Ottocento, in particolare nella città di Mindelo, sull'isola di S. Vicente, si installò una piccola comunità di emigrati italiani. In quel periodo il porto della città, detto Porto Grande, era divenuto un importante scalo per le navi commerciali dirette in altre parti dell'Africa e in America Latina. 
Gli italiani che si stabilirono a Mindelo erano spesso approdati qui durante viaggi verso altre mete e avevano deciso di fermarsi, aprendo negozi e ristoranti. Altri nostri connazionali avviarono attività di pesca e commercio del corallo, che veniva raccolto e inviato in Italia per essere lavorato. 

lunedì 23 luglio 2012

Javer Cercas, Soldati di Salamina

Javer Cercas, uno degli scrittori incontrati alla Fiera del libro di Torino 2012, divertente, ironico nel raccontare come, pubblicato un primo romanzo nel 1989, nessuno si fosse accorto di lui, finché, poi, non divenne uno scrittore di grande successo con Soldati di Salamina, vincitore del Grinzane Cavour nel 2003. Era grato anche alla casa editrice Guanda, di cui quest’anno si festeggia l’ottantesimo compleanno, per avere creduto in lui. Io, in maggio, avevo già letto, anzi riletto Soldati di Salamina, un romanzo che ho trovato bellissimo e che ha suscitato in me particolari emozioni, come capita raramente. Eguale emozione e interesse ho provato leggendo, poi, La velocità della luce, mentre mi ha lasciato un po’ indifferente un terzo romanzo, La donna del ritratto.
Soldati di Salamina è senz’altro un meta-romanzo, perché è una storia nel suo farsi, in cui lo stesso autore Javer Cercas, dalla prima pagina all’ultima, ci racconta come e perché ha avuto il bisogno di raccontare questa storia, che rientra nelle numerose opere di questi ultimi anni relative alla guerra civile spagnola. 

Javer Cercas è, dunque, il protagonista del romanzo, un giornalista che ha abbandonato la precedente attività di scrittore per l’insuccesso dei suoi due primi romanzi. Nel 1994 si imbatte nella storia di Rafael Sanchez Mazas (1894-1966), scrittore, poeta, con J. A. Primo de Rivera fondatore della Falange. Arrestato durante la guerra civile, è prigioniero dei repubblicani, che ormai in fuga verso i Pirenei, dopo la caduta di Barcellona, portano con sé centinaia di falangisti, che tengono prigionieri nei pressi di Banyoles nel santuario di santa Maria di Colel, un antico convento trasformato in carcere. 

domenica 22 luglio 2012

Juan Pablo Villalobos, Il bambino che collezionava parole


Juan Pablo Villalobos, Il bambino che collezionava paroleUn romanzo agile e divertente, questo Il bambino che collezionava parole di Juan Pablo Villlalobos, autore messicano che attualmente vive in Spagna. Villalobos, che ha lavorato in precedenza come analista di mercato e critico cinematografico, dice in un'intervista al giornale Guardian che l'ispirazione per questo racconto gli è venuta quando aspettava suo figlio e voleva scrivere un libro per raccontargli il mondo.

Ambientato nel Messico, narrato in prima persona, il romanzo racconta la vita come la vede un bambino di otto anni, Tochtli (parola dialettale che significa coniglio), che ama però farsi chiamare Usagi perché, grazie al suo insegnante privato, ha imparato ad apprezzare la cultura giapponese e il mondo dei samurai. Tochtli è orfano di madre e vive con il papà, Yolcaut, in una grande casa di Città del Messico, perché, come dice semplicemente il bambino, "il fatto è che abbiamo tanti soldi. Tantissimi." (p. 9). E non c'è da stupirsene, visto che, come gradatamente veniamo a scoprire, il padre di Tochtli è un narcotrafficante potentissimo e senza scrupoli, che non ci pensa due volte a eliminare gli ostacoli, umani o di altro genere, che si frappongono tra sé e la realizzazione dei propri traffici.

sabato 21 luglio 2012

Almudena Grandes, Inés e l'allegria


Ordina questo libro su IBSUn po’ per caso, ma non solo, in questi ultimi mesi mi sono imbattuta in una serie di romanzi sulla guerra civile in Spagna; per di più alla fiera del libro di Torino, che nel 2012 era dedicata a Spagna e Romania, ho avuto il piacere di incontrare dal vivo gli autori di questi libri e di essere invogliata a leggerne altri. In questi ultimi anni c’è stato un fiorire di romanzi sulla guerra che negli anni 1936-39 ha insanguinato la Spagna e ha dato inizio alla lunga dittatura del generalissimo Franco, terminata solo con la sua morte nel 1975. 

Almudena Grandes, nata a Madrid nel 1960 ed oggi affermata scrittrice, in un’intervista ci ricorda che nel 1975 aveva solo 15 anni, era in piena adolescenza, quando ebbe inizio la cosiddetta "transizione democratica" nella quale sotto uno “scintillante make-up vi erano ombre profonde” e si stava camminando su un terreno senza radici, costruendo una democrazia senza storia. A differenza di quello che è accaduto in Italia quando, alla fine del fascismo, dopo la Resistenza, ci fu, come ricorda Calvino nella prefazione al Sentiero dei nidi di ragno, una gran smania di raccontare e di uscire dal silenzio forzato, in Spagna per molti anni c’è stato un silenzio complice, da cui si è usciti solo quando i felici adolescenti del 1975, compiuti i 40 anni, hanno capito che non avevano conquistato nulla ed hanno cominciato a guardare indietro, chiedendosi che cosa era veramente successo. I più giovani non avevano saputo che cosa era veramente successo prima, durante e dopo la dittatura di Franco.